Ascoltando apertamente le domande che più spesso le persone pongono sul Reiki, mi sono reso conto di quanto sia essenziale chiarire alcuni aspetti basilari che da praticante di lungo corso do ormai per scontati.
Mi è stato chiesto: Fare un trattamento Reiki a un’altra persona toglie energia?
Per chi non conosce il Reiki, la risposta è controintuitiva: No, al contrario, il praticante/operatore che svolge il trattamento trae beneficio tanto quanto il ricevente e guadagna, in più, un profondo senso di benessere.
Siamo abituati a credere che dare agli altri significhi sottrarre risorse a noi stessi. Continuando a crederlo, ci sarà impossibile cogliere le opportunità in cui possiamo donare tempo, energia, attenzione e risorse arricchendoci allo stesso tempo.
Pensa ad un artista che ama dipingere: se gli venisse chiesto un quadro in regalo, potrebbe scegliere di donare un soggetto già dipinto, ma in questo modo si troverebbe a dover rinunciare a qualcosa al quale si è affezionato.
Se invece egli decidesse di creare qualcosa appositamente per quella persona, il beneficio sarebbe doppio: al piacere di dipingere si aggiungerebbe quello di poter donare qualcosa di importante che viene dal suo cuore.
Similmente, Reiki è energia creativa, una risorsa inesauribile che possiamo donare alle persone care e che, contemporaneamente, può farci star meglio con noi stessi.
Il praticante/operatore Reiki è il tramite attraverso il quale questa energia giunge a destinazione, illuminando il suo stesso cammino.
Stupisce, a volte, notare quanto le persone non siano consapevoli di quali talenti meravigliosi siano nelle loro mani (nel caso del Reiki, a maggior ragione, è proprio il caso di dirlo!) e di quanto possano donare agli altri per aiutarli a vivere meglio.
Nella tradizione, per altro, l’equilibrio fra dare e ricevere è garantito dall’abitudine di scambiare trattamenti fra operatori Reiki.
Proprio perché durante un trattamento Reiki l’energia dell’operatore si arricchisce tanto quanto quella del ricevente, spesso chi pratica la pranoterapia (che genera l’effetto opposto) sceglie di integrare il Reiki per evitare di sentirsi spossato dopo un trattamento. – Marco Cattaneo