Quando si incontra la meditazione come strumento di crescita, lo si fa molto spesso per un’esigenza profonda, che poco ha a che fare con il razionale.
Spesso, in effetti, l’incontro con questa meravigliosa strada per la serenità nasce dal desiderio di risolvere un problema fisico o ridurre lo stress presente nella propria vita. Ma anche le esigenze più pratiche della nostra quotidianità sono connesse ad una dimensione invisibile dell’essere, perché corpo, mente e spirito sono più che connessi: sono facce differenti dello stesso solido.
Quando un occidentale incontra la meditazione, ha la necessità di adattare la millenaria pratica di consapevolezza alla propria cultura, al proprio sistema di credenze e soprattutto al proprio stile di vita.
Se da una parte dico sempre alle persone che affermano di non avere tempo per la meditazione che meno tempo riescono a trovare per la meditazione, più ne hanno effettivamente bisogno per la propria salute, dall’altra bisogna riconoscere che il background culturale nel quale la meditazione nasce è molto diverso da quello che viviamo in Occidente e che spesso risulta difficile comprendere una pratica che proviene da un mondo dove il tempo è percepito come ciclico e il punto di arrivo indefinito.
Le difficoltà più comuni che noi occidentali incontriamo con la meditazione sono anche le più ovvie ed affondano le radici nel nostro modo di pensare orientato agli obiettivi e al risultato ad ogni costo.
Quali sono gli errori più frequenti che compromettono la pratica meditativa per noi occidentali?
- Cercare di farlo “bene”: dobbiamo imparare ad accettare qualunque risultato ottenuto nella pratica quotidiana. Non esiste un modo giusto o sbagliato, buono o meno buono per meditare. Dobbiamo imparare ad osservare come testimoni… anche il risultato stesso della pratica meditativa;
- Cercare di eliminare le distrazioni: meditare significa essere presente, vivere pienamente quello che sta succedendo. Siamo spesso portati a considerare “una distrazione” ciò che accade mentre proviamo a meditare. In realtà, tutto ciò che avviene nel momento presente – comprese interruzioni, rumori, pensieri o dolori fisici – può diventare elemento utile a meditare proprio perché ci costringe nel presente. Il segreto è imparare a non resistervi!
- Cercare di svuotare la mente: la mente si svuota “da sé” solo quando rinunciamo al tentativo di sopprimere i nostri pensieri. Se percepiamo i pensieri, essi devono essere utilizzati a favore del contatto con il presente;
- Seguire regole troppo rigide: dobbiamo imparare ad accettare che non c’è un modo giusto o sbagliato per meditare, ma semplicemente la modalità che in questo momento, per noi, può essere più utile alla serenità. Inutile stabilire a tavolino l’obiettivo di meditare un’ora al giorno, se fatichiamo a interrompere la nostra lista delle cose da fare! Ascoltiamoci e scegliamo di giorno in giorno, rispettando la nostra volontà autentica, la pratica di cui abbiamo bisogno.
Tratto dall’Audio Corso Gratuito di Base sulla Meditazione
di Marco Cattaneo
http://modellamente.com/downloads/corso-base-di-meditazione-audiocorso-gratuito-mp3/