Una considerazione che si perde nella notte dei tempi e ancora serpeggia nei sobborghi di Kyoto (ehm…intendevo… fuori dai centri olistici) riguarda la legittimità di chiedere denaro in cambio di trattamenti e seminari Reiki.
Nessuno esprime dubbi sulla necessità di retribuire la prestazione di un architetto, di un insegnante o di un medico, ma stranamente tutti si interrogano sul guadagno di un Master o di un operatore Reiki 🙂
Guardando alla storia del Reiki e alla tradizione iniziata da Usui, diverse testimonianze riportano che trattamenti e formazione siano sempre stati a pagamento, benché chi non potesse permettersi di versare quanto richiesto e giungesse con un’intenzione autentica, venisse aiutato gratuitamente.
I percorsi per diventare maestri Reiki, soprattutto nella tradizione diffusa da Hawayo Takata in Occidente, hanno spesso richiesto migliaia o decine di migliaia di Euro di corrispettivo. Non posso giudicare se legittimamente o meno…
Il denaro, agli albori della sua storia, non aveva un valore intrinseco, ma serviva come “nota” di debito o credito per una prestazione ricevuta. Non giudicato cosa “buona” o “cattiva”, bensì utile a riconoscere il valore di ciò che si dava o otteneva e finalizzato a mantenere un equilibrio.
Ed è proprio la necessità di riconoscere il valore di ciò che si ottiene che richiede che un trattamento o un seminario venga retribuito o compensato da una forma di scambio (per quanto mi riguarda, anche attraverso pagamenti “in natura”).
Stranamente proprio in Occidente, dove abbiamo sviluppato tanto attaccamento al denaro e dove al tempo stesso non siamo abituati a valorizzare ciò che è “invisibile agli occhi”, ci si pone così frequentemente il problema di riconoscere il Reiki anche attraverso i soldi.
Credo che voler scindere la spiritualità dalla materialità evidenzi poco equilibrio fra la propria dimensione divina e quella terrena, fra primo e settimo chakra, e condizionamenti limitanti sul denaro che ci portiamo dietro.
Così come un architetto non viene pagato per i fogli che consegna al cliente, un insegnante non per il contenuto di quello che dice e un medico non per le ricette che emette… un maestro o un operatore Reiki vengono pagati per la loro esperienza, competenza e tempo.
Ritengo che qualunque richiesta sia legittima, così come è legittimo per le persone, dopo aver conosciuto il maestro o l’operatore di turno, rifiutare e cercare altrove. Non sarò io ad indicare il costo equo per un trattamento o un seminario in genere, ma ritengo corretto che ognuno dia un valore a quello che fa e chieda di conseguenza.
Non mi esprimerò su colleghi che chiedono offerta libera per un giorno di seminario per il terzo livello/Master Reiki, perché visto che il percorso che io riservo ai praticanti dura quasi due anni (con tre mesi di meditazioni quotidiane), ritengo che ciò che chiedo sia più che legittimo! 🙂